giovedì 13 dicembre 2012

Terzo incontro Io credo

Percorso di catechesi per giovani e adulti nell'Anno della fede

"Io credo"


Terzo appuntamento di "Io credo" questa sera, 13 dicembre.

Dopo il precedente incontro, che ci ha riservato la sorpresa di alcune testimonianze sulla "paternità" di Dio, ci guiderà questa sera p. Daniele Di Sipio, ofm, per l'approfondimento teologico, proponendoci di riprendere ancora il primo articolo del Simbolo Apostolico:
Io credo in Dio Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra.

Questa sera, prima della catechesi, alle ore 20.30 ci sarà il primo incontro con i genitori che hanno chiesto la Prima Comunione e la Santa Cresima per i loro figli per il prossimo anno.

Sarà utile ricordare che le catechesi si svolgono nel salone dell'Oratorio Parrocchiale "Marisa Sozii", alle ore 21.00, tendenzialmente il 3° giovedì del mese. Fanno eccezione per l'appunto dicembre (per la coincidenza della Novena di Natale) e gennaio (per la coincidenza il 17 con la Festa di Sant'Antonio Abate; perciò avremo il quarto incontro giovedì 24 gennaio 2013.

Notizie sullo speciale Anno della fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI sul sito ufficiale.

giovedì 15 novembre 2012

Secondo incontro Io credo

Percorso di catechesi per giovani e adulti nell'Anno della fede

"Io credo"


Seconda tappa del percorso "Io credo" questa sera, 15 novembre.
Entreremo nel vivo della trattazione del Simbolo Apostolico con una catechesi sul primo articolo del Credo:
Io credo in Dio Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra.

Le catechesi si svolgeranno nel salone dell'Oratorio Parrocchiale "Marisa Sozii", alle ore 21.00, tendenzialmente il 3° giovedì del mese. Faranno eccezione dicembre (per la coincidenza della Novena di Natale) e gennaio (per la coincidenza il 17 con la Festa di Sant'Antonio Abate; perciò:
- terzo incontro: 13 dicembre.
- quarto incontro: 24 gennaio 2013.

Notizie sullo speciale Anno della fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI sul sito ufficiale.

mercoledì 17 ottobre 2012

Io credo

Percorso di catechesi per giovani e adulti nell'Anno della fede

"Io credo"

Inizia giovedì 18 ottobre un ciclo di 8 incontri sul Simbolo della nostra fede, il Credo Apostolico, che accompagnerà il cammino della nostra Comunità Parrocchiale durante lo speciale Anno della fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI.

Gli incontri, che s'inseriscono nel percorso di fede delle famiglie del catechismo e delle coppie degli sposi, si svolgeranno tendenzialmente il 3° giovedì del mese nel salone dell'Oratorio Parrocchiale "Marisa Sozii", alle ore 21.00.

martedì 25 settembre 2012

All'inizio dell'anno catechistico

Il nuovo Anno Catechistico è ormai alle porte.
La Comunità Parrocchiale viene in aiuto alla missione dei genitori, primi educatori e catechisti dei figli, compito assunto dal giorno del loro Battesimo.
Alcune informazioni utili:
  • La giornata dell’Iscrizione sarà sabato 29 settembre, dalle 15.00 alle 16.30, nel salone dell’Oratorio Parrocchiale «Marisa Sozii».
    Il modulo per l'Iscrizione è disponibile anche on-line.
  • La Messa d'apertura dell'Anno Pastorale sarà celebrata domenica 7 ottobre alle ore 11.45 nella Chiesa di Maria Regina della Famiglia.
  • I regolari incontri di Catechismo inizieranno dal giorno successivo, 8 ottobre, ad eccezione di quelli del sabato, che inizieranno il 20 ottobre.
  • Di seguito gli orari definitivi degli incontri di Catechismo:
    domenica10.30-11.30 gruppo di Cresima*
    lunedì 15.00-16.15 I media
    martedì 15.00-16.15 II media
    mercoledì 18.00-19.00 III media
    giovedì 20.30-22.30 gruppo di post-Cresima
    sabato 15.00-16.15 I, II e III elementare
    sabato 16.30-17.45 Prima Comunione e V elementare
    *si ricorda che saranno ammessi al gruppo di Cresima 2013 soltanto i ragazzi che abbiano già frequentato almeno 3 Anni di preparazione alla Cresima e siano già iscritti in I superiore.
  • In occasione dell’Anno della Fede indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, la Parrocchia organizza un percorso di catechesi per adulti: gli incontri avranno luogo nel salone dell’Oratorio ogni terzo giovedì del mese alle 21.00. Il calendario:
    18 ottobre
    15 novembre
    13 dicembre (per la coincidenza il 20 con la Novena di Natale)
    24 gennaio (per la coincidenza il 17 con la Festa di Sant'Antonio Abate)
    21 febbraio
    21 marzo
    18 aprile
    16 maggio

Per informazioni ulteriori, si faccia riferimento ai catechisti.
E' sempre attivo inoltre l'indirizzo di posta elettronica santamariainherulis@yahoo.it.

venerdì 3 agosto 2012

Festa di Santa Maria in Herulis 2012

Festeggiamenti in onore di Santa Maria in Herulis 2012
Festa Patronale dell'Assunta


Programma



Domenica 12 agosto

8.00 Santa Messa
10.30 Santa Messa
12.00 Apertura dei Festeggiamenti:
Traslazione della Venerata Immagine di Santa Maria
20.00 Santo Rosario
20.30 Giochi popolari "Indovina l'altezza"
21.00 Ballo in piazza con Danilo Ciccolone

Lunedì 13 agosto

19.00 Confessioni
19.30 Santa Messa
20.00 Santo Rosario
20.30 Giochi popolari "Indovina il peso"
21.00 Teatro dialettale: Il Carrozzone in Nu' guàje nìre

Martedì 14 agosto

17.00 Giochi popolari: GARA DI RUZZOLA
(partenza da piazza Madonna - arrivo a Ripattoni)
19.00 Confessioni
19.30 Santa Messa Vespertina della Vigilia
20.00 Santo Rosario
20.30 Giochi popolari "Indovina la distanza"
21.00 Musica in piazza con GiuMaria Folk
23.00 Fuochi pirotecnici BALLO DELLA PUPA

Mercoledì 15 agosto

8.00 Arrivo complesso bandistico "Città di Notaresco"
8.00 Santa Messa
11.00 SANTA MESSA SOLENNE
con la partecipazione della Corale Polifonica di Ripattoni
17.00 Giochi in piazza
18.00 Arrivo complesso bandistico "Città di Notaresco"
18.30 Santa Messa Vespertina e Vespri Solenni
19.30 TRADIZIONALE PROCESSIONE
con la Venerata Immagine di Santa Maria in Herulis

(al rientro, fuochi pirotecnici)
20.30 Giochi Popolari "Indovina il peso"
20.30 Ballo in piazza con l'Associazione Anziani Bellante Folk
21.00 VINCENZO OLIVIERI
"Roba da Matti Summertour 2012"
con la Moma Band
24.00 Estrazione della lotteria e chiusura dei festeggiamenti
con fuochi pirotecnici della ditta Pirocchi

martedì 17 luglio 2012

Novena a Sant'Anna

Novena a Sant'Anna

17 luglio - I giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella invitta pazienza, con cui per il corso di tanti anni tolleraste la Vostra penosa sterilità; ottenete a noi pure una costante pazienza in tutti i travagli e mali di questa vita.
Ave Maria

18 luglio - II giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella fervorosa incessante preghiera con cui domandavate a Dio di essere consolata con la fecondità; impetrate anche a noi un vero Spirito di orazione per poter riempire il nostro cuore di sante virtù.
Ave Maria

19 luglio - III giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella rigorosa mortificazione che uniste alle vostre preghiere, ond’essere da Dio più facilmente esaudita; fate che anche noi a tale fine ci curiamo di unire al fervore dell’orazione lo spirito della mortificazione per ottenere le Grazie Celesti.
Ave Maria

20 luglio - IV giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella dolce violenza che faceste al cuore di Dio con le Vostre opere di misericordia; chiedete al Signore anche per noi un vero spirito di carità, onde ottenere da Lui ogni grazia e favore.
Ave Maria

21 luglio - V giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella santa confidenza, con cui fermamente speravate il compimento dei vostri desideri; impetrate pure a noi fiducia fermissima con cui assicurarci i favori del Cielo.
Ave Maria

22 luglio - VI giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella grande riconoscenza che aveste verso Dio quando Vi vedeste concessa la grazia di diventare Madre; fate che anche noi siamo sempre grati e riconoscenti verso Dio per i favori e per le grazie che ci concede.
Ave Maria

23 luglio - VII giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quel puro e santo amore che aveste verso Maria quando vi vedeste divenuta Sua fortunatissima Madre; otteneteci di amare sempre questa Vostra dilettissima Figlia, onde meritarci la Sua Potente Protezione.
Ave Maria

24 luglio - VIII giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quel gran sacrificio che faceste offrendo la Vostra Santa Figliuola al servizio divino nel Tempio; intercedete pure a noi di saper coraggiosamente sacrificarci nel servizio del Signore e per il bene del nostro prossimo.
Ave Maria

25 luglio - IX giorno:
O Gloriosa e Benedetta Sant’Anna, per quella santità e giustizia, con cui serviste il Signore per tutti i giorni di Vostra vita; degnateVi di pregare Iddio di farci sempre vivere da buoni e divoti figli per tutta la nostra vita, per così assicurarci il premio della Vita Eterna.
Ave Maria

LITANIE A SANT'ANNA

Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Christe, eléison. Christe, eléison.
Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Cristo, ascoltaci. Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici. Cristo, esaudiscici.

Padre del cielo, che sei Dio, abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo, che sei Dio,
Spirito Santo, che sei Dio,
Santa Trinità, Unico Dio

Santa Maria prega per noi
Sant’Anna, Madre di Maria sempre Vergine
Sant’Anna, Sposa di Gioacchino
Sant’Anna, Suocera di Giuseppe
Sant’Anna, Radice di Gesù
Sant’Anna, della stirpe regale di Davide
Sant’Anna, Letizia degli Angeli
Sant’Anna, Figlia dei Patriarchi
Sant’Anna, Oracolo dei Profeti
Sant’Anna, Gloria dei Santi e delle Sante
Sant’Anna, Pianta Feconda
Sant’Anna, Nuvola piena di rugiada
Sant’Anna, Vaso riempito di Grazia
Sant’Anna, Specchio di obbedienza
Sant’Anna, Specchio di misericordia
Sant’Anna, Specchio di devozione
Sant’Anna, Specchio di tenerezza
Sant’Anna, Specchio di gentilezza
Sant’Anna, Baluardo della Chiesa
Sant’Anna, Rifugio dei peccatori
Sant’Anna, Assistenza dei cristiani
Sant’Anna, Liberazione dei prigionieri
Sant’Anna, Conforto degli afflitti
Sant’Anna, Protettrice delle partorienti
Sant’Anna, Protettrice delle donne desiderose di maternità
Sant’Anna, Protettrice delle madri di famiglia
Sant’Anna, Protettrice delle vedove
Sant’Anna, Protettrice delle vergini
Sant’Anna, Protettrice degli artigiani
Sant’Anna, Protettrice dei minatori
Sant’Anna, Madre degli ammalati
Sant’Anna, Potente Avvocata nelle situazioni difficili e disperate
Sant’Anna, Aiuto di quelli che a Te ricorrono

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Prega per noi, o Gloriosa Sant'Anna.
E saremo degni delle Promesse di Cristo.

Preghiamo.
O Dio, che hai concesso alla Beata Anna la grazia di divenire Madre della Genitrice del Tuo Unigenito Figlio: fa’ che, celebrandone noi le glorie, ci assista Ella dal cielo col Suo Patrocinio. Per Cristo nostro Signore. Amen.


ORAZIONE A SANT'ANNA

da recitarsi il giorno 26 luglio

Prostrato ai piedi del Vostro Trono,
o Grande e Gloriosa Sant’Anna,
vengo umilmente a rivolgerVi la mia fervida preghiera;
accoglietela benigna, riempitemi di grazie, pregate per me.
Davvero la terra è una valle di pianto,
il cammino della vita è seminato di spine,
il cuore in tempesta sente forte i colpi del dolore:
aiutatemi Voi, esauditemi Voi.
O Madre Cara, pregate per me.
Stanco di piangere, senza una parola di conforto e di speranza,
oppresso sotto il peso delle tribolazioni,
solo in Voi, che ben intendete il dolore di un’anima,
ripongo dopo Dio e la Vergine la Speranza mia.
O Madre Cara, pregate per me.
I miei peccati mi fecero perdere la pace del cuore,
l’incertezza del perdono mi rende più triste la vita,
impetratemi Voi la Misericordia Divina,
l’amore a Gesù, la protezione della Figlia Vostra.
O Madre Sant’Anna, pregate per me.
Guardate la mia casa, la mia famiglia,
vedete quante disgrazie mi opprimono,
quante tribolazioni mi sono d’intorno.
O Madre Cara, soprattutto Vi chiedo la pace dell’anima.
O Madre Sant’Anna, pregate per me.
Ed ora che ho bisogno di grazie, non mi abbandonate,
Voi che siete Potente presso il Trono di Dio.
Allontanate da me la tristezza e la desolazione,
i pericoli, i flagelli del Signore.
Benedite e salvate l’anima mia,
fate che in vita e in morte io Vi chiami e Vi senta vicina.
Pregate per me, o Dolce Consolatrice degli afflitti
e fate che un giorno sia ai Vostri Piedi
nel Santo Paradiso. Amen.
Pater, Ave, Gloria.

lunedì 16 luglio 2012

Lo Scapolare del Carmine

Segno di dilezione della Vergine per i Suoi figli

Alla fine del XIX secolo, un vescovo missiona­rio, mons. Polding, stava compiendo un viaggio in una zona poco frequentata dell'entroterra australia­no. Si ammalò e venne curato con ammirevole dedi­zione da una vedova. Recuperata la salute, il prelato le fece la promessa che, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo si fosse trovato, al suo richiamo sa­rebbe tornato ad amministrarle l'estrema unzione. Erano passati parecchi anni quando, in una notte autunnale, giunse una lettera in cui il prelato veniva richiamato a tener fede alla sua promessa, perché la sua benefattrice stava morendo. Senza esitare, a di­spetto del rigore della stagione, il vescovo si mise in viaggio. Dopo aver camminato per giorni e giorni, arrivò, sfinito, alla casa della vedova. Con sua gran­de sorpresa, la trovò vuota. Mentre rifletteva sul da farsi, la sua attenzione venne attirata dal rumore del­la scure di un boscaiolo. Direttosi verso il luogo da dove proveniva il rumore, si ritrovò faccia a faccia con un robusto Irlandese, che stava abbattendo al­cuni alberi. Mons. Polding apprese dal boscaiolo che la vecchia signora, per paura di un suo ritardo, no­nostante fosse moribonda, aveva deciso di andare a cercare altrove aiuto spirituale. L'uomo non seppe però indicargli la direzione presa dalla vedova. Ren­dendosi conto che sarebbe stato inutile andare a cer­carla, il vescovo si sedette sul tronco di un albero e, rivolgendosi al boscaiolo, gli disse: «Ebbene, buon uomo, dopotutto, non vorrei essere venuto fin qui per niente. Si metta in ginocchio, ascolterò la sua confessione.». L'Irlandese cominciò a scusarsi, a dire che non era preparato, che era da molto che non si confessava, e mille altre ragioni; ma mons. Polding obiettò a tutti quei pretesti, e il boscaiolo finì per in­ginocchiarsi, pentito e contrito, confessare le sue col­pe e ricevere l'assoluzione. Il missionario gli fece pro­mettere di andare a comunicarsi la domenica se­guente, poi si separarono. Il prelato aveva fatto solo pochi passi, quando sentì un colpo sordo, seguito da deboli gemiti. Tornò in fretta indietro e trovò il suo penitente morto, schiacciato da un albero caduto. Se ora volete sapere a cosa era dovuta quell'ammirevole misericordia di Dio, che aveva chiamato un vescovo a centinaia di chilometri da casa sua, ad affrontare un cammino irto di difficoltà per aprire le porte del cie­lo ad un povero peccatore che sarebbe stato colto da morte improvvisa, ebbene sappiate che quel brav'uo­mo portava, come ogni buon Irlandese, lo Scapolare della Santa Vergine. La buona Madre, sempre fedele alla sua promessa, non aveva permesso che egli mo­risse prima di essersi riconciliato con Dio.


Notizie sullo Scapolare

dal sito: http://www.decorcarmeli.it/

La Storia dello Scapolare

La Regina del Cielo, apparendo tutta raggiante di luce, il 16 luglio 1251, al vecchio generale dell'Ordine Carmelitano, Simone Stock (il quale l'aveva pregata di dare un privilegio ai Carmelitani), porgendogli uno Scapolare detto comunemente "Abitino" così gli parlò: «Prendi figlio mio dilettissimo, questo Scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morirà rivestino di rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno, questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno.». Detto questo la Vergine scomparve in un profumo di cielo, lasciando nelle mani di Simone il pegno della Sua Prima Grande Promessa. La Madonna dunque, con la Sua rivelazione, ha voluto dire che chiunque indosserà e porterà per sempre l'Abitino, non solo sarà salvato eternamente ma sarà anche difeso in vita dai pericoli. Non bisogna credere minimamente però che la Madonna con la Sua grande promessa voglia ingenerare nell'uomo l'intenzione di assicurarsi il Paradiso, continuando più tranquillamente a peccare, o forse la speranza di salvarsi anche privo di meriti, ma piuttosto che in forza della Sua Promessa, Ella si adopera in maniera efficace per la conversione del peccatore che porta con fede e devozione l'Abitino fino in punto di morte.

Lo Scapolare, simbolo di consacrazione a Maria Santissima, è un segno genuino di vita con la Madonna.

Il Privilegio Sabatino

Il Privilegio Sabatino, è una seconda Promessa riguardante l'Abitino che la Madonna fece in una Sua apparizione, ai primi del 1300, al Pontefice Giovanni XXII, al quale comandò di confermare in terra il Privilegio ottenuto da Lei in Cielo dal Suo Diletto Figlio. Questo grande Privilegio offre la possibilità di entrare in Paradiso, il primo sabato dopo la morte: coloro che otterranno questo privilegio, staranno in Purgatorio al massimo una settimana, e se avranno la fortuna di morire di sabato la Madonna li porterà subito in Paradiso. Non bisogna confondere la Grande Promessa della Madonna con il Privilegio Sabatino. Nella Grande Promessa, fatta a San Simone Stock, non sono richieste nè preghiere, né astinenze, ma basta portare con fede e devozione giorno e notte indosso, fino al punto di morte, la divisa carmelitana, l'Abitino, per essere aiutati e guidati in vita dalla Madonna e per fare una buona morte, o meglio per non patire il fuoco dell'inferno. Per quanto riguarda il Privilegio Sabatino, che riduce ad una settimana la sosta in Purgatorio, la Madonna chiede che oltre a portare l'Abitino si facciano anche preghiere e alcuni sacrifici in Suo onore.
Condizioni volute dalla Madonna per ottenere il Privilegio Sabatino:
1. Portare giorno e notte indosso l'Abitino come prima Grande Promessa.
2. Essere iscritti nei registri di una confraternita Carmelitana ed essere quindi confratelli Carmelitani.
3. Osservare la castità secondo il proprio stato.
4. Recitare ogni giorno le ore canoniche.
Chi non osserva la recita delle suddette preghiere o l'astinenza dalle carni non commette alcun peccato; subito dopo la morte, potrà entrare in Paradiso per altri meriti, ma non godrà del Privilegio Sabatino.

Origine dello Scapolare

Nel Medioevo molti cristiani volevano legarsi agli Ordini religiosi allora fondati: Francescani, Domenicani, Agostiniani, Carmelitani. Sorse un laicato associato ad essi per mezzo delle Confraternite. Gli ordini religiosi provvidero a dare ai laici un segno di affiliazione e di partecipazione al loro spirito e apostolato. Questo segno era costituito da una parte significativa dell'abito: cappa, cordone, scapolare. Tra i Carmelitani si stabilì lo Scapolare, in forma ridotta, come espressione d'appartenenza all'ordine e di condivisione della sua devozione mariana. Ormai lo Scapolare della Vergine del Carmine è un segno approvato dalla Chiesa e proposto dall'Ordine Carmelitano come manifestazione dell'amore di Maria per noi e come espressione di fiducia filiale da parte nostra in Lei, di cui vogliamo imitare la vita.
Lo Scapolare in origine era un grembiule che i monaci indossavano sopra l'abito religioso durante il lavoro manuale. Col tempo assunse il significato simbolico del voler portare la Croce di ogni giorno, come i veri seguaci di Gesù.
In alcuni ordini religiosi, tra i quali il Carmelo, divenne segno della decisione di vivere la vita come servi di Cristo e di Maria. Lo Scapolare simboleggiò il vincolo speciale dei carmelitani a Maria, Madre del Signore, esprimendo la fiducia nella Sua Materna Protezione e il desiderio di seguire il Suo Esempio di donazione a Cristo e agli altri. Si è così trasformato in un segno Mariano per eccellenza.

Lo Scapolare, segno mariano

Lo Scapolare affonda le sue radici nella lunga storia dell'Ordine, dove rappresenta l'impegno di seguire Cristo come Maria, modello perfetto di tutti i discepoli di Cristo. Questo impegno ha la sua logica origine nel Battesimo, che ci trasforma in figli di Dio ed è sostenuto dalla fiducia nella materna protezione di Maria.
La Vergine ci insegna a vivere aperti a Dio e alla sua volontà, manifestata negli avvenimenti della vita; ad ascoltare la Voce di Dio, mettendo in pratica i Suoi Comandamenti; a pregare fedelmente sentendo Dio presente in tutti gli avvenimenti; a vivere vicini ai nostri fratelli ed essere solidali con essi nelle loro necessità.
Lo Scapolare introduce nella Fraternità del Carmelo, cioè in una grande comunità di religiosi e religiose che, nati in Terra Santa, sono presenti nella Chiesa da più di otto secoli. Impegna a vivere l'ideale di questa famiglia religiosa, che è l'amicizia intima con Dio attraverso l'orazione. Pone dinanzi l'esempio dei Santi e delle Sante del Carmelo, con cui si stabilisce una relazione familiare di fratelli e sorelle. Esprime la fede nell'incontro con Dio nella vita eterna per l'Intercessione di Maria e la Sua Protezione.

martedì 10 luglio 2012

Fiore del Carmelo

Novena alla Madonna del Carmine


O Beatissima Vergine Immacolata, Decoro e Splendore del Carmelo, Voi che riguardate con occhi di particolare bontà chi veste il Vostro Benedetto Scapolare, riguardate benignamente anche me e ricopritemi con il Manto della Vostra Materna Protezione.
Fortificate la mia debolezza con il Vostro Potere, illuminate le tenebre della mia mente con la Vostra Sapienza, riscaldate il mio cuore con la Vostra Carità.
Adornate l’anima mia di tali grazie e virtù che essa sia sempre cara al Vostro Divino Figlio e a Voi.
Assistitemi in vita, consolatemi in morte con la Vostra Amabilissima Presenza e presentatemi all’Augustissima Trinità come Vostro figlio e servo devoto, ammettendomi a lodarVi e benedirVi eternamente in Paradiso. Amen.

LITANIE ALLA MADONNA DEL CARMINE

Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Christe, eléison. Christe, eléison.
Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Cristo, ascoltaci. Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici. Cristo, esaudiscici.

Padre del cielo, che sei Dio, abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo, che sei Dio,
Spirito Santo, che sei Dio,
Santa Trinità, Unico Dio

Santa Maria prega per noi
Santa Madre di Dio
Santa Maria del Monte Carmelo
Santa Maria dello Scapolare
Madre di Cristo
Madre e Signora del Carmelo
Madre Propizia con i figli
Madre che ci consola nell’esilio
Madre che ci protegge nell’ora della morte
Madre sempre Vergine
Vergine Purissima
Vergine Immacolata
Vergine Intemerata
Vergine Singolare
Patrona nostra Dolcissima
Sorella nostra Amabile
Maestra nostra Sapiente
Mistica Stella del Monte Carmelo
Fiore del Carmelo
Vite in fiore
Splendore del cielo
Stella del mare
Luce nella notte dello Spirito
Ceppo di Jesse che fiorisce
Giglio cresciuto tra le spine
Terra di Dio
Piena della Grazia Divina
Eletta Sposa di Dio
Dimora del Verbo Incarnato
Via Retta che conduce al Cielo
Chiave e Porta del Paradiso
Vello Bagnato della Rugiada Divina
Decoro del Carmelo
Rosa Fragrante
Profumo del Carmelo
Modello dei carmelitani
Modello dei contemplativi
Fertile Giardino del Monte Carmelo
Pioggia Ristoratrice nella siccità
Forte Armatura contro il male
Scudo di Salvezza
Elmo di Speranza
Corazza di Giustizia
Rimedio del peccato
Nostra Avvocata
Scudo contro i dardi del nemico
Regina di tutti i Santi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Prega per noi, Madre e Decoro del Carmelo.
E saremo degni delle Promesse di Cristo.

Preghiamo.
O Dio, che hai onorato l’Ordine del Carmelo col Titolo Glorioso della Beata Vergine Maria, Madre del Tuo Figlio, concedi a noi,
   nella Novena:   che ne prepariamo la Solenne Commemorazione,
   nella Solennità:   che ne celebriamo oggi la Solenne Commemorazione,
   in altri giorni:   che ne celebriamo la bellezza,
di poter giungere, forti del Suo Aiuto, alla Vetta del Monte che è Cristo Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.


ORAZIONE ALLA MADONNA DEL CARMINE

da recitarsi il giorno 16 luglio

O Vergine Benedetta, o Piena di Grazia, o Regina dei Santi,
quanto mi è dolce venerarVi sotto
questo titolo di Madonna del Monte Carmelo!
Esso mi richiama ai tempi profetici di Elia,
quando Voi foste sul Carmelo raffigurata
in quella nuvoletta che poi, ampliandosi,
si aprì in una pioggia benefica,
simbolo delle Grazie Santificatrici che ci provengono da Voi.
Voi da molti secoli siete Onorata con questo misterioso titolo,
ed ora mi rallegra il pensiero che noi ci uniamo a tutti i Vostri devoti,
salutandoVi come “Decoro del Carmelo”,
“Gloria del Libano”, “Giglio Purissimo”,
“Rosa Mistica” del Fiorente Giardino della Chiesa.
Intanto, o Vergine delle vergini, ricordateVi di me
e mostratemi di essermi Madre.
Diffondete in me sempre più viva
la Grazia di quella Fede che Vi fece Beata,
e infiammatemi di quell’Amore
con cui avete amato il Figlio Vostro, Gesù Cristo.
Sono pieno di miserie spirituali e temporali:
molti dolori dell’anima e del corpo mi stringono da ogni parte,
ed io mi rifugio come figlio
all’ombra della Vostra Protezione Materna.
Voi, Madre di Dio, che tanto potete e tanto valete,
impetratemi da Gesù Benedetto i doni celesti
dell’umiltà, della castità, della mansuetudine,
che furono le più belle gemme dell’Anima Vostra Immacolata.
Concedetemi di esser forte nelle tentazioni e nelle amarezze
che spesso mi travagliano.
Allorché poi si compirà, secondo la Volontà di Dio,
la giornata del mio terreno pellegrinaggio,
fate che all’anima mia sia donata la Gioia del Paradiso,
per la Vostra Intercessione e per i Meriti di Gesù Cristo,
che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
(Card. Capecelatro)

venerdì 29 giugno 2012

O Roma felice!

Solennità dei S. Principi degli Apostoli Pietro e Paolo

«In questa Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il vostro devoto pensiero e affetto, diletti figli della Chiesa Cattolica universa, si rivolge a Roma con la strofa trionfale:

O Roma felix, quae duorum Principum
es consecrata glorioso sanguine!
O Roma felice, che sei stata consacrata
dal sangue glorioso di questi due Principi!

Ma la felicità di Roma, che è felicità di sangue e di fede, è pure la vostra; perché la fede di Roma, qui sigillata sulla destra e sulla sinistra sponda del Tevere col sangue dei Principi degli Apostoli, è la fede che fu annunziata a voi, che si annunzia e si annunzierà nell’universo mondo.
Voi esultate nel pensiero e nel saluto di Roma, perché sentite in voi il balzo della universale romanità della vostra fede.
Da diciannove secoli nel sangue glorioso del primo Vicario di Cristo e del Dottore delle Genti la Roma dei Cesari fu battezzata Roma di Cristo, a eterno segnale del principato indefettibile della sacra autorità e dell’infallibile magistero della fede della Chiesa; e in quel sangue si scrissero le prime pagine di una nuova magnifica storia delle sacre lotte e vittorie di Roma.»


(S.S. Pio XII, Omelia nella Solennità dei Ss. Pietro e Paolo, 29 giugno 1941)

Chiesa di Santa Maria - Santi Pietro e Paolo

Particolare degli affreschi raffiguranti il Collegio Apostolico nella Chiesa di Santa Maria



Riflessioni sulla Festa odierna dall'Omelia del Santo Padre Benedetto XVI:

La tradizione cristiana da sempre considera San Pietro e San Paolo inseparabili: in effetti, insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. […]

Nel brano del Vangelo di San Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la «pietra», la «roccia», il fondamento visibile su cui è costruito l’intero edificio spirituale della Chiesa (cfr. Mt 16,16-19).

Ma in che modo Pietro è la roccia? Come egli deve attuare questa prerogativa, che naturalmente non ha ricevuto per se stesso? Il racconto dell’evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell’identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene «dalla carne e dal sangue», cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da "carne e sangue": egli «si mise a rimproverare il Signore: ...questo non ti accadrà mai.» (16,22). E Gesù a sua volta replicò: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo.» (v. 23).

Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon. Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso Papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla Luce e alla Forza che vengono dall’alto, il Papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall’altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l’apertura all’azione di Dio può trasformare.

E nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi», cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento, «non praevalebunt». […] La promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», dal potere distruttivo del male. […] Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunità fondata da Gesù Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di là dell’esistenza personale di Pietro stesso.

Passiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. […] La chiave rappresenta l’autorità sulla casa di Davide: […] a Pietro, a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr. Ap 3,7).
Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L’espressione «legare e sciogliere» […] allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall’altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra… nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell’esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio. […]

Appare chiaramente che l’autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. E questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male, è nel cuore del ministero della Chiesa. Essa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo.

I detti di Gesù sull’autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l’amore, l’amore che irradia la sua luce dal Calvario. Così possiamo anche comprendere perché, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesù con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l’umanità intera.

Benedetto XVI
Omelia nella Solennità dei Santi Principi degli Apostoli Pietro e Paolo, venerdì 29 giugno 2012

(testo completo dell'Omelia)

lunedì 25 giugno 2012

O Sant'Antonio, prega per me!

Festa di Sant'Antonio di Padova


Altare Santa Maria - Sant'Antonio

O dei miracoli Inclito Santo
dell'alma Padova Tutela e Vanto,
Benigno guardami prono ai Tuoi Pie':
o Sant'Antonio, prega per me.

Domenica 17 Giugno nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria in Herulis, un nutrito manipolo di fedeli della nostra Parrocchia si è stretto attorno all’amato Sant’Antonio, per celebrarne con devozione la Festività.

La Statua del Glorioso Taumaturgo – solennemente parata con cotta e stola per ricordare agli astanti la dignità sacerdotale di cui il Santo fu rivestito – dopo la Santa Messa vespertina è portata in Processione lungo la via della Madonna.
Grande la commozione dei fedeli per una manifestazione semplice ma dal grande fascino, che la Fede dei piccoli sa sempre ben comprendere. Lo testimonia bene la nostra gente che, nonostante la secolarizzazione degli ultimi anni abbia tentato di far cadere dai cuori ogni sacro sentimento –prova palese è l’abbandono per alcuni anni di questa Processione –, appare ancora molto attaccata alla Persona, alla predicazione e alle opere del Santo.

A tal proposito è bene spendere due parole sante su un episodio conosciuto della vita di Sant’Antonio, quando alcuni uomini, pur dotati d'intelletto, spregiavano la Sua predicazione e Dio intervenne a mostrarla degna di venerazione, compiendo segni e prodigi per mezzo di animali privi di ragione.


Una volta che alcuni eretici, nei pressi di Padova, disprezzavano e deridevano le sue prediche, il Santo si portò ai bordi del fiume, scorrente a breve distanza, e disse agli eretici in modo che tutta la folla presente sentisse:

«Dal momento che voi dimostrate di essere indegni della parola di Dio, ecco, mi rivolgo ai pesci, per confondere più apertamente la vostra incredulità.».

E con fervore di spirito cominciò a predicare a tutte le creature del mare, enumerando i doni loro elargiti da Dio: come li aveva creati, come aveva loro assegnato la purezza delle acque e quanta libertà aveva loro concessa, e come li nutriva senza che dovessero lavorare.
Ed ecco, a questo parlare pesci piccoli e grandi accorsero che nessuno poteva enumerare, né mai furono visti in così grande ressa, elevando sopra la superficie dell'acqua la parte superiore del loro corpo e guizzando, guardandolo attentamente, con la bocca aperta ascoltavano il sacro sermone. Fintanto che piacque al Santo di parlare loro, lo stettero a sentire attentissimi, come esseri dotati di ragione. Né si allontanarono dal posto, se non dopo aver ricevuto la sua benedizione.
Allora il popolo della città gridò al miracolo: gli eretici si convertirono e la fede cristiana si irrobustì.

Colui che aveva reso attenti gli uccelli alla predicazione del santissimo padre Francesco, riunì i pesci e li rese attenti alla predicazione del figlio di lui, Antonio. (Rigaldina 9,24-28)

Giunti a metà del percorso, il sacro corteo sosta per l’antica Benedizione del Pane, che i fedeli riportano poi nelle case e l’offerta per il quale viene data ai poveri. Quest’ultima tradizione prende origine da un altro episodio della vita del Santo, quando una donna promise che avrebbe dato in beneficenza tanto pane quanto pesava il suo pargoletto morto annegato, se Sant’Antonio lo avesse riportato in vita.

Benedetti i pani, il corteo riparte alla volta del Santuario di Santa Maria. Sotto il cielo cristallino, avanza una cara folla devota ed orante, si narrano i prodigi del Santo, si recita la Tredicina breve, si fanno preghiere, si canta l’inno O dei Miracoli.

Rientrati in Chiesa, i fedeli ascoltano il breve panegirico tenuto dal Parroco e vengono benedetti con le Reliquie del Santo; poi, prima di far ritorno grati e commossi nelle loro case, non possono esimersi dal salutare con un bacio questo Grande Protettore.

Infrenabile gioia ne viene ai fedeli e cattolici, mestizia e avvilimento agli eretici e miscredenti. Dio viene lodato e benedetto, la fede cattolica esaltata e onorata; l'eretica pravità è svergognata e condannata con vituperio sempiterno. L'eretico suddetto, abiurata la sua dottrina in presenza di tutti, prestò da allora leale obbedienza ai precetti della Santa Chiesa. (Benignitas 16,6-17)

Foto dall'album flickr della Parrocchia:

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Per la Santa Messa don Primo ha indossato la pianeta con lo splendido ricamo dell'immagine del Santo.

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Le donne del Comitato Parrocchiale portano la cesta dei pani, preparata con il tradizionale "mantile" utilizzato dalle nostre nonne per la preparazione del pane in casa.

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mercoledì 13 giugno 2012

Benedetto Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento dell'Altare

Solennità del Corpus Domini 2012


«Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza.
Invece, in questa Sacramentale Commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è Presente con noi nella Propria Sostanza.
Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse: “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.” (Mt 28,20).».

(Bolla "Transiturus de hoc mundo" di Urbano IV, 11 agosto 1264, con la quale il Papa estendeva la Festa del Corpus Domini a tutta la Chiesa latina.)

Come ogni anno, la Processione del Corpus Domini ha visto tutta la popolazione di Ripattoni rivestire le strade d'uno splendido manto di fiori, per l'annuale attesissimo passaggio di Nostro Signore in Persona, realmente presente nel Santissimo Sacramento col Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

L'impegno profuso per la preparazione dell'Infiorata per la Processione sembra essere la traduzione pratica del monito che il Santo Padre lanciava proprio giovedì scorso, durante la Messa del Corpus Domini a Roma:
«Il Sacro ha una funzione educativa, e la sua scomparsa inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni.
Se per esempio in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe "appiattito", e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita.»

E proprio la Processione del Corpus Domini, attestata a Ripattoni almeno dal 1700, rientra tra quelle manifestazioni spirituali che esprimono quasi il carattere d'una popolazione.
Parafrasando il Romano Pontefice potremmo dire: "senza questa Infiorata del Corpus Domini, verrebbe mancare uno dei pilastri della nostra identità ripattonese".

Un plauso a quanti si sono così prodigati perché la nostra Infiorata fosse davvero degna di Colui che passava, benedicente, fra le nostre case.

Foto dall'album flickr della Parrocchia:

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Ogni anno partecipano alla Processione i fanciulli della Prima Comunione.

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Corpus Domini 2012 30


«Gesù Cristo non ha abolito il sacro, ma lo ha portato a compimento, inaugurando un nuovo culto, che è sì pienamente spirituale, ma che tuttavia, finché siamo in cammino nel tempo, si serve ancora di segni e di riti, che verranno meno solo alla fine, nella Gerusalemme celeste, dove non ci sarà più alcun tempio (cfr. Ap 21,22). Grazie a Cristo, la sacralità è più vera, più intensa, e, come avviene per i comandamenti, anche più esigente!»

Benedetto XVI
Omelia nella Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, giovedì 7 giugno 2012